Anche io sono arrivato a quota 100, come il Giro d’Italia. Anzi ho superato questo traguardo proprio in questi giorni pedalando in felice solitudine sul mio fedele MagneticDays. Non sono poche cento e passa sedute per capire se un attrezzo funziona o meno. E, soprattutto, per verificare se il sistema ad esso collegato sia efficace.
L’idea di Marco Sbragi ha fatto seguaci e imitatori. Sulla strada dell’allenamento “magnetico” si è messa anche una grande azienda da tempo leader delle attrezzature per il fitness. Ma a Foiano della Chiana hanno un “atout” al momento assoluto: il “cloud”.
Ovvero: il collegamento via internet con uno staff di tecnici preparati capaci di cucirti addosso l’allenamento come farebbe un sarto con un vestito su misura. Non voglio esagerare, ma posso dire senza tema di essere smentito che se l’attrezzo con la sua modulabilità e la sua semplicità funziona egregiamente, ciò che lo rende ancora più prezioso è il software abbinato e gestito dai tecnici della Casa, che ne esalta le caratteristiche.
Come sanno bene gli amici con cui ho diviso per anni le mie ultradecennali esperienze ciclistiche (con ampi risvolti agonistici) ho un debito di riconoscenza nei confronti di questo attrezzo e soprattutto di questo metodo di allenamento.
Mi ha consentito di recuperare fisicamente da un bruttissimo incidente patito più o meno un anno fa. Il solito ragazzetto distratto, con la testa fra le nuvole, mi ha investito mentre stavo pedalando in vista della partecipazione alla Parigi-Modena. Un brutto impatto dalla meccanica molto simile a quella che è costata la vita al povero Michele Scarponi. Sono fortunato, quindi a poterlo raccontare.
Ma ancora più fortunato ad aver trovato uno strumento e uno staff attento e preparato capace di seguirmi e di portarmi con sollecitudine e pazienza a riscoprire le gioia della forma fisica. Non so ancora quando potrò tornare su strada. Mi trattiene al momento la prudenza raccomandatami dall’ottimo professor Agrillo, il neurochirurgo che mi ha operato. E la paura del traffico della capitale, un autentico far west.
Ma le pedalate davanti al computer mi aiutano a non cedere dal punto di vista psicologico. Perché passare da 12-15 mila chilometri all’anno sulle strade di mezzo mondo alla p犀利士
oltrona non è semplice senza un qualcosa che oltre a farti fare la giusta fatica, ti aiuta a mantenere vivo il sogno. Un sogno che si alimenta giorno per giorno, a mano a mano che riaffiora la buona pedalata.
Grazie all’ottimo Simone Buracchi e a MagneticDays ho potuto sperimentare di persona tutta la lunga marcia che porta da quasi zero (un mese di ospedale e due mesi di dolorosissima inattività) alle soglie della forma fisica. Riscoprendo valori di potenza e di recupero molto vicini a quando pedalavo su strada.
Certo, ci vuole costanza e determinazione.
Ma riscoprire che nonostante l’età (ho doppiato la boa dei settanta) certi valori di “soglia” e certi esercizi di forza sono ancora “accessibili” è una soddisfazione non indifferente. Certo, non è la strada; non sono i panorami splendidi che il ciclismo offre quando pedali in “plein air”; non è la gioia degli amici vicini, di una sosta ristoratrice, di un caffè ristoratore dopo la salita. Ma la sensazione di sentirsi bene come quando – nei tempi belli – hai scalato il colle vicino casa come ti eri prefisso è la stessa.
I test migliorano settimana dopo settimana. E qui emerge uno degli elementi chiave del “progetto MagneticDays”, la modulabilità dello strumento, capace di centellinare lo sforzo al singolo watt in più o in meno, ciò che consente di non “sforare” mai nell’overtraining.
Ma non bisogna avere fretta. Nelle ormai consuete “progressioni” proposte da Simone trovo sempre il giusto mix fra quantità e qualità. Da cosa lo capisco che è giusto? Semplice: dal fatto che sento che il fisico si impegna, ma non scoppia. Esempio: alla seconda delle tre “ripetute” di quattro minuti ciascuna con i famigerati “newton” bloccati su valori vicini alla soglia (una delle tante proposte nei finali di allenamento) ti verrebbe voglia di accorciare lo sforzo e la fatica. Perché osservando la parte destra dello schermo del PC vedi che ti aspettano altri 4 minuti di “progressione”. Quando i secondi sembrano ore per lo sforzo ti dici: “solo qualche attimo di più e poi basta…”. 10-15-20, e scopri che puoi chiudere la ripetuta. Ti dici ancora: “Ecco, adesso al prossimo step mollo”. Ma lo step successivo è modulato al punto giusto nell’intensità e nel ritmo, MagneticDays ti segue e ti porta per mano. E ce la fai anche se quando sei vicino ai tuoi limiti i watt pesano come piombo.
Due, tre in più o in meno fanno una differenza significativa e possono voler dire “finirti” del tutto oppure farcela. Di conseguenza gli allenamenti con MagneticDays sono facilmente recuperabili, perché il software te li costruisce “su misura” e non hai mai necessità di risparmiati per il giorno dopo.
Ho fatto serie di 5-7 allenamenti di fila senza troppa fatica. Cioè: il programma funziona grazie ad un attrezzo straordinario nella precisione, ad un software dedicato e minuzioso e alla professionalità di un tecnico preparato, il mix giusto per guarire.
Sono curioso. Lo sono di natura. Ma ancora di più adesso che i casi della vita mi hanno messo di fronte ad una delicata situazione di salute, dopo un brutto incidente alle vertebre cervicali.
Sono curioso di vedere fin dove si può arrivare nel recupero con questo attrezzo che non mi stancherò mai di lodare. MagneticDays è stato il primo strumento per pedalare in casa con freno magnetico che abbia usato. Mi ha colpito subito la sua semplicità a limite dell’essenziale; leggero, versatile e potentissimo anche per chi ha ambizioni di competizioni ad alto livello. Lo sto sperimentando giorno dopo giorno sulla mia pelle: è uno strumento molto avanzato, e, grazie al software dedicato e alla piattaforma di allenamento che sto seguendo con i consigli dell’ottimo Simone Buracchi (personal coach), la marcia verso il recupero prosegue con sostanziali miglioramenti.
E siccome per progredire è importante verificare spesso lo stato di salute e le capacità, a gennaio mi sono sottoposto ad una batteria di test per individuare con precisione le zone di potenza e di frequenza cardiaca e, ovviamente, verificare eventuali miglioramenti.
L’ultimo dato (ultimo test) che ho confrontato è quello del 15 febbraio.
Il dato che rileva e che fa pensare ad un netto miglioramento è che nel test a Newton-metri (Nm) maggiori corrisponde una frequenza cardiaca minore (143,9 il 15/2 e 146,5 il 19 gennaio).
Nel test del 19 gennaio, assolutamente paragonabile come protocollo, i watt medi sono 207,6, mentre il 15 febbraio sono 211. Dunque più watt e meno frequenza cardiaca: vuol dire un ottimo progresso. Chi conosce la materia e sa quanto è difficile migliorare anche di pochi watt ha di fronte un risultato verificato e assolutamente veritiero. Ora, se il “metodo” (attrezzo+software+programmi della piattaforma) funziona con un “vecchietto”, perché non dovrebbe funzionare più e meglio con chi è più giovane?
MagneticDays mi sta aiutando ad uscire dalla depressione, dopo il terribile incidente, chi per un modo o per l’altro ci è passato sa cosa vuol dire riscoprire giorno per giorno sensazioni che pensava di dover dimenticare per sempre.
Il segreto? Uno solo: la costanza e la determinazione.
Certo, può non essere il massimo ritrovarsi a pedalare al chiuso quando la bici è per definizione libertà, spazi, panorami, aria pulita. Io, che ancora non ho la necessaria confidenza per tornare a pedalare in mezzo al traffico (Roma è una città infernale da questo punto di vista), ho risolto con il terrazzo di casa.
MagneticDays impegna uno spazio minimo, quello di una bici, funziona a batteria a lungo e può essere “governato” anche dallo smartphone. Sicché spostarlo dalla cantina al terrazzo è questione di un attimo.
Il secondo trucchetto, che in molti conoscono, è la musica: aiuta moltissimo. E c’è perfino chi si è divertito a dimostrare scientificamente come i ritmi musicali graditi dall’atleta contribuiscano a ridurre la fatica. O almeno a sentirla di meno. Io, che amo il jazz, mi collego via internet con una radio specializzata (si tratta di radio swiss jazz) che trasmette gli standard più noti e le più belle musiche blues, jazz, pop con una particolare predilezione per lo strumento che mi affascina di più (e che studio): il sassofono.
Ma è chiaro che nel panorama infinito delle radio su internet non c’è che l’imbarazzo della scelta. E poi ci sono addirittura dei siti su Internet che forniscono delle vere e proprie play list da scaricare per correre, fare ginnastica, andare in bici. Eccone uno: https://itunes.apple.com/it/artist/allenamento-corsa-in-musica/id409984737
Poi c’è la tv. Sempre via internet è possibile vedere qualsiasi programma. Poi ci sono i dvd (film, concerti, ecc.). Va bene per chi non ha un vero e proprio programma di allenamento da seguire.
Per fare un’oretta a ritmi medio-bassi in tutto relax. E’ l’ideale per le sedute destinate al recupero. Ma quando l’ottimo Buracchi si scatena con le sue progressioni e/o variazioni di ritmo è più indicato seguire le indicazione del software per trarne il massimo dei benefici.
Presto arriverà il momento di verificare tutto su strada.
C’è una molla, una motivazione molto robusta che spinge noi appassionati della bici ad allenarci con cura e metodo. Ed è l’eterno agonismo; il confronto con se stessi prima di tutto e poi con gli altri. Alzi la mano chi non si è sentito gratificato se nella tale “gran fondo” o nella tal altra garetta è riuscito a mettere le ruote davanti al collega di ufficio o all’amico con cui condivide le uscite in bici.
E’ normale, è nelle umane cose. Ma l’agonismo, delizia (e anche croce) del ciclismo attuale, come di tanti altri sport, dovrebbe essere inquadrato solo come un secondo passo. Perché nel pedalare, diventato per molti abitudine quotidiana, l’aspetto che dovrebbe prevalere dovrebbe essere quello salutistico. Quello che gli esperti definiscono come nuovo “stile di vita”, assieme all’alimentazione corretta a alla cancellazione di abitudini dannose come il fumo e l’alcool. Intendiamoci: nulla di male nel ricercare soddisfazione in un confronto specie se fatto nel rispetto delle regole accettate da tutti. Anzi. Però la salute dovrebbe venire prima. E allora pensiamo alla salute.
Purtroppo, però, l’obbiettivo non è facile da raggiungere. Traffico, strade dal fondo sconnesso, maleducazione (dei ciclisti e degli automobilisti) rendono spesso l’uscita in bici una vera e propria roulette del rischio. Non basta essere prudenti. Perché il ciclista è visto come una fantasma evanescente. Fastidioso. E quando si verifica l’incidente è sempre quello che ha la peggio. Parlo, purtroppo, per esperienza diretta. Nel maggio scorso uno sciagurato automobilista mi ha investito con un suv mentre ero in bici e mi ha costretto ad un difficile intervento chirurgico alle vertebre cervicali. Con conseguente lunghissima convalescenza e frequentissime crisi depressive.
Per chi è abituato ad una vita attiva fra lavoro e pedali, trovarsi con testa e collo immobilizzati è una bruttissima esperienza, credetemi. La “salvezza” è venuta nel momento in cui, passato il primo periodo, il neurochirurgo che mi ha operato mi ha concesso di tornare in sella. “Ma non su strada, per carità” era la raccomandazione categorica.
E allora ecco il MagneticDays. Un attrezzo per pedalare in casa che avevo conosciuto grazie all’amico Marco Sbragi, e che, per, la sua versatilità ed efficienza rappresenta un mezzo validissimo proprio a tutela della salute. Salite, discese, pianura; tutto può essere facilmente simulato con un modulabilissimo freno magnetico; dai ritmi vari sui pedali alle pedalate in relax.
Dai complessi e impegnativi allenamenti basati sui vari “range” di potenza e di pedalate al minuto ( di cui avremo modo di parlare diffusamente in futuro), alla “passeggiata” distensiva magari ascoltando buona musica o distraendosi con la televisione collegata al Pc. Un’oretta al giorno, per dire parafrasando un noto proverbio, “toglie il medico di torno”. Ma basta anche meno.
Se si pedala per la salute, poi, è ancora meglio perché si ottimizzano gli effetti benefici di questa attività. Cosa vuol dire pedalare per la salute? Molto semplicemente fare in modo che la frequenza cardiaca non superi le 120 – 125 pulsazioni al minuto; uno sforzo medio basso. Per controllare c’è sempre “MagneticDays” e il suo software. Basta una semplice fascia da applicare al petto. E basta regolarsi in modo che lo sforzo non provochi il fiatone.
Si può cominciare, da principianti con una decina di minuti allungando i tempi a mano a mano che si procede nei miglioramenti. E’ facile e fa
molto bene perché questa attività blanda consente di bruciare di preferenza i grassi piuttosto che gli zuccheri, consentendo di dimagrire. Tutte esperienze verificate di persona.
Certo, ci vuole volontà e costanza. Certo, pedalare su strada consente di godere della gioia di paesaggi straordinari. Certo le uscite con gli amici, lo sfottò e le soste al bar per il caffè o il panino sono un’altra cosa. Ma per chi ha poco tempo e per chi (come il sottoscritto) comincia ad avere un gran timore del traffico cittadino e dei pericoli relativi, Magnetic Days è davvero una mano santa. E’ leggero, facilmente trasportabile; nella bella stagione lo metto addirittura sul terrazzo per pedalare all’aria aperta.
E’ d’uso intuitivo e immediato; e può essere governato perfino da uno smartphone. E’ adatto sia al principiante che all’atleta evoluto, per cui una apposita piattaforma nel cloud consente di essere seguiti ad ogni livello con protocolli di allenamento personalizzati come il migliore dei professionisti.
Insomma: MagneticDays è il compagno ideale delle pedalate casalinghe. Per il mestiere che faccio ho sempre avuto poco tempo da dedicare alla bici. E per me è sempre stato importante ottimizzare l’allenamento. Per questo ho spesso usato anche nella bella stagione attrezzi per pedalare in casa. MagnetidDays l’ho scoperto tempo fa. L’ ultima medaglia ai mondiali dei giornalisti (bronzo a Retimnon nel 2013) l’ho preparata anche per non dire soprattutto con questo specialissimo “attrezzo”.
Il software che lo gestisce consente di personalizzare qualsiasi tipo di protocollo; avremo modo di parlarne, ma è sufficiente indicare nelle colonnine deputate il tempo, il wattaggio e il ritmo (rpm). Poi il programma fa tutto da solo. Più facile a fare che a dire. Ma per chi non ha dimestichezza con ritmi e ripetute il cloud di MagneticDays (www.magnetidays.com) ospita una piattaforma che consente di essere seguiti da un esperto staff di tecnici. I costi sono accessibilissimi e vale davvero la pena perché l’allenamento personalizzato, settimana dopo settimana è quello che consente di arrivare al miglior rendimento. Ci si registra, si installa il programma sul Pc o sul laptop (ma esiste anche una app per gestire il tutto da smartphone e lo strumento, leggero e trasportabilissimo può funzionare anche a batteria) e si comincia: buone pedalate.