Nico Valsesia: l’allenamento con MagneticDays tra Ultracycling e Ultra running
9 Ottobre 2018Sono felice, niente mi fermerà. Mi sto facendo strada verso casa.
Così recita la traduzione del ritornello di Go Solo, singolo del cantante-scrittore e compositore inglese Tom Rosenthal. E a pensarci bene, calza a pennello per descrivere personalità e animo di Nico Valsesia, probabilmente l’atleta amatore di endurance più conosciuto in Italia (e non solo). Una vita per lo sport e nello sport, titolare di un negozio di ciclismo a Borgomanero (Novara), Nico è un maestro di sci, organizzatore di eventi sportivi come la Red Bull K3 (prima competizione di “triplo chilometro verticale”) – tanto per citarne uno – che ospita numerosi atleti internazionali di specialità che vengono in Italia per scoprire la bellezza delle Alpi Graie, e credente/praticante dell’endurance nelle sue più diverse sfaccettature. Le sue imprese ultra nella corsa e nel ciclismo sono prima di tutto dei viaggi, solo in apparenza folli, che nascondono passione, divertimento e voglia di conoscere il mondo e guardarlo negli occhi ogni volta in un modo diverso. Patagonia, Bolivia, Tibet, India, America, e poi Cile, Isole Canarie, Africa e Argentina, sono solo alcuni dei luoghi attraversati da Nico, con gli sci, in sella alla sua bicicletta o di corsa, e ogni viaggio ha lasciato un segno (e anche qualche record). “I record – dice Nico Valsesia – arrivano davvero per caso. Prima di tutto c’è la voglia di fare una cosa perché mi piace farla, e poi farla per bene, prepararla al meglio con l’obiettivo di vivere una esperienza indimenticabile. Se poi arriva anche il riscontro del tempo, sono ancora più contento.. ma non è la mia priorità.” E questo, a nostro avviso, è un bel modo di vivere lo sport!
Ciao Nico, grazie per averci dedicato qualche minuto. Quando ti sei accorto di avere dentro di te la voglia di scoprire il mondo in un modo così diverso?
Credo che molti di voi ricordino Fogar, Mike Horne o Walter Bonatti. Ecco, proprio loro che riempivano le riviste e gli scaffali delle librerie mi hanno fatto appassionare ai viaggi e alle avventure fin da bambino. Mi attirava questo modo di viaggiare e di scoprire il mondo, perché mi sembrava l’unica maniera di scovare luoghi lontani ed incontrare persone con usi e culture differenti dalle nostre. Per me il viaggio è questo, lento e vicino alle persone, al pari di chi ti ospita. Per questo ritengo la bici il mezzo perfetto per viaggiare, né troppo lento, per consentirti di fare molta strada, né troppo veloce per perdersi i dettagli.
Sci, ciclismo e corsa in montagna. Tre sport completamente diversi, anche dal punto di vista dell’allenamento, ma uniti da un comune denominatore: gambe e testa. Come riesci a coordinare gli allenamenti di tre discipline diverse nella tua giornata?
Lo sci (e mi riferisco prettamente allo sci-alpinismo), sport puramente invernale, occupa quella parte della stagione dove, a causa delle condizioni atmosferiche, le uscite in bicicletta diminuiscono. Inoltre, dalle mie parti la Natura è sempre molto generosa con la neve, dunque è bene sfruttarla al meglio! Diciamo che in inverno è più salutare sciare che pedalare. Il resto dell’anno invece lo passo pedalando per la maggior parte del tempo, sia perché – per quello che mi riguarda – è meno traumatico dal punto di vista articolare, sia perché ultimamente mi sono concentrato un po’ di più sulle attività in bici, anche se la corsa in montagna è quella che mentalmente mi appaga di più. In quelle occasioni perdo la cognizione del tempo e, se non fosse per le mie articolazioni che mi dicono di tornare verso casa, potrei correre per giorni senza sosta e senza accorgermi di nulla.
Da diverso tempo ti alleni anche con il MagneticDays. Com’è cambiato il tuo approccio all’allenamento con l’utilizzo del nostro sistema e quanto ha influito e influisce sulla tue prestazioni?
Nel Novembre del 2017 alcuni amici mi fecero provare il MagneticDays dopo aver provato a convincermi per un po’. Uso questa espressione perché mi è sempre pesato allenarmi al chiuso, specie con i classici rulli per bici. L’ambiente esterno – per quello che mi riguarda – è fondamentale. Mi stimola e mi fa amare ciò che faccio, ed è un qualcosa di impagabile. Prima di MagneticDays mi allenavo saltuariamente in inverno sui classici 3 rulli perché erano quelli meno noiosi per me, però mai più di 30 minuti per sessione. Non ero convinto inizialmente verso questo cambio ma poi, un po’ spinto dalla curiosità e un po’ dalla voglia di saperne di più, ho deciso che dovevo provare. Ricordo che la prima volta dovetti spingere in modo pazzesco sui pedali per stare al passo del programma che era stato preparato appositamente per me dai Coach MD. Da quel momento è stata subito una sfida e cosa c’è di meglio se non una sfida per allenarsi al massimo? La cosa fantastica è stata capire subito che per fare variazioni di ritmo, ripetute, lavori di potenza, resistenza, etc. non dovevo pensare a nulla se non seguire il ritmo della pedalata. Pensavo a quanto fosse bello avere la mente libera, pedalando fino allo sfinimento senza dover pensare quando aumentare o diminuire l’intensità, senza un cronometro, senza un orologio, solo seguendo il ritmo che passo passo mi veniva imposto dallo strumento. Fin dal primo allenamento ho capito che MagneticDays poteva essere davvero lo strumento ideale per me. Da quel momento non l’ho più mollato. Oggi non lo considero più un rullo da utilizzare solo quando è freddo o è brutto tempo, ma uno strumento d’allenamento incredibile da utilizzare sempre, in ogni momento della stagione. Le sessioni durano mediamente un’ora e il tempo vola letteralmente! Scendi da lì che sei spremuto per bene, hai fatto fatica, una fatica vera, percepibile in ogni parte del tuo corpo, una fatica appagante, vera, proficua. E cosa c’è di meglio per migliorare negli sport di fatica, se non la fatica stessa? La bicicletta, lo sci-alpinismo e la corsa in montagna, o nello specifico ultracycling e ultra running, non sono sport per chi ama il divano e gli aperitivi, ma per chi ama la fatica, per chi sta bene sentendo male alle gambe con il sudore che ti cola dalla fronte. Dopo due mesi che utilizzavo MagneticDays ho percepito e constatato enormi miglioramenti, in termini di forza espressa e resistenza. Il riscontro l’ho avuto immediatamente nello sci-alpinismo e poi, in primavera, in maniera netta sulla bicicletta.
In una impresa delle tue quanto conta avere la possibilità di fare lavori di qualità come quelli con MagneticDays? E qual è la tua percezione fisica in ogni allenamento? Una preparazione specifica indoor, indipendentemente dalla stagione, può davvero, secondo te, essere determinante per una gara?
Dopo un inverno trascorso tra sci-alpinismo e allenamenti con il MagneticDays, devo ammettere con tutta sincerità che da tempo non ero così in forma. La quota con gli sci e i ritmi alti con MagneticDays mi hanno fatto arrivare in ottime condizioni, prima per il record Genova-Monte Rosa e 10 giorni dopo alla ITALY DIVIDE, gara di quasi 1000 km e 25000 metri di dislivello, tutti pedalati su terreni molto sconnessi tra cui la Via degli Dei e i Monti Lessini con la Gravel Bike. E’ stato un vero azzardo però mi sono divertito da matti e, nonostante le quattro forature e la rottura del cavo del cambio, ho vinto e stabilito il record della gara abbassandolo di 4 ore, per un totale di 64 ore. Un mese dopo ho vinto anche il Tuscany Trail, non abbandonando mai il MagneticDays neanche nella stagione più calda. A luglio invece ho partecipato alla INCA DIVIDE. Mi hanno fermato solo gli acciacchi fisici purtroppo.. anca e ginocchia non ne volevano proprio sapere. Nonostante questo piccolo stop però, ho già ripreso a pedalare e, per tenermi il più possibile in forma senza stare troppe ore sulla strada – almeno fino a dopo l’operazione che mi aspetta – continuo a darci dentro con questo grande sistema di allenamento!
Adesso siamo curiosi di conoscere i tuoi prossimi viaggi. Quali sfide ti aspettano? C’è un consiglio che vuoi dare a tutti coloro che vogliono cimentarsi in piccole imprese personali?
L’unica che definirei impresa sarebbe quella di riprendere al 100% al più presto dopo l’intervento di fine ottobre, per il resto mi piace definirle avventure. A gennaio sarò in Ecuador a scalare un po’ di montagne e in primavera, oltre a fare qualche gara di endurance con la mia Gravel Bike, mi piacerebbe proseguire il progetto From Zero to, aggiungendo questa volta un nome inquietante ma al tempo stesso stimolante.. Everest! Non mi piace mai dare consigli a chi non me li chiede espressamente e, anche in quel caso, sono sempre un po’ restio perché ritengo che ognuno di noi, per capire le cose nel profondo, debba fare il proprio percorso, fatto di errori, delusioni e soddisfazioni. Posso però dirvi però con certezza di fare sempre ogni cosa che scegliete con il massimo impegno, grande entusiasmo e soprattutto con una sfrenata passione! Se non vi riesce questo, allora avete sbagliato qualcosa.