Spinte Motivazionali all’allenamento indoor
2 Febbraio 2016Torno sul tema della motivazione ad effettuare sessioni di allenamento su una piattaforma indoor. Nell’articolo precedente ho illustrato due strategie: (1) la comprensione dell’importanza fondamentale che riveste l’allenamento continuativo; (2) l’utilizzo di schede specifiche di allenamento anche in indoor. Si trattava di due strategie universali, vale a dire che sono valide per tutti gli individui. Accanto a queste esistono altre metodologie per auto-motivarsi. Sono metodologie soggettive, vale a dire che la loro efficacia o meno dipende dalle caratteristiche psicologiche di ogni singolo atleta.
Spinte motivazionali
Vediamo come un atleta può darsi delle spinte motivazionali ad intraprendere una sessione di allenamento indoor.
Per prima cosa riflettiamo un attimo sul termine motivazione: esso deriva dal latino motus – movimento – ed indica ciò che spinge un individuo a compiere una certa azione. Quindi la motivazione è il motivo che fa prendere al soggetto la decisione di intraprendere una certa azione. Esistono diverse tipologie di motivazione che sono all’origine della decisione di fare o meno una sessione di indoor training: le principali sono la motivazione estrinseca e intrinseca, quella reattiva e quella proattiva.
Motivazione estrinseca
Questa motivazione fa riferimento alla percezione di utilità associata ad una determinata azione. E’ spinto dalla motivazione estrinseca l’atleta che attraverso lo sport mira a raggiungere qualcosa di materiale e tangibile (denaro, premi, pubblicazioni sui giornali etc.)
Per auto-motivarsi all’indoor training questo tipo di atleta dovrà pensare ai benefici che riceverà dal fatto di essere riuscito ad allenarsi anziché aver fatto una giornata di riposo non previsto dalla proprio programma settimanale o mensile di allenamento.
Motivazione intrinseca
Al contrario della precedente motivazione, questa riguarda invece il piacere interiore che si ottiene nel fare una certa cosa, in questo caso quindi è spinto dalla motivazione intrinseca l’atleta che percepisce un immediato benessere conseguente all’esercizio fisico.
Questa tipologia di atleta si auto-motiverà a fare indoor training semplicemente pensando a quanto starà bene già dopo i primi minuti di pedalate e a quanto quella sensazione di benessere fisico si sostituirà velocemente ad altre sensazioni negative che lo stanno tediando in quel momento (stress, nervosismo o, al contrario, spossatezza o apatia).
Motivazione reattiva
-Si tratta di un tipo di motivazione connessa ad una reazione agli eventi. Per esempio un atleta può essere spinto a fare indoor training su indicazione del fisioterapista, il quale dopo un infortunio potrebbe avergli consigliato di riprendere il gesto sportivo specifico – nel nostro caso la pedalata – attraverso un allenamento lieve, privo di forze avverse (vento contrario, salite etc.) e con la libertà di poter interrompere immediatamente la sessione nel caso venga avvertito ancora un piccolo dolore, senza il disagio di dover trovare un modo per tornare a casa o chiamare qualcuno per farsi venire a prendere.
Motivazione proattiva
– Mentre la precedente avviene come reazione agli eventi, questa motivazione invece spinge a compiere una determinata azione per prevenirli.
Pensiamo ad esempio ai chili in più accumulati durante l’inverno: un atleta sensibile alla motivazione proattiva può auto-motivarsi a fare indoor training pensando a quanto sarà difficile perdere il peso in eccesso attraverso gli allenamenti di inizio stagione.
In questo caso l’atleta può applicare una vera e propria “strategia di contenimento”: stabilire una soglia di chili in accumulo oltre la quale sa – per esperienza, per parere del nutrizionista o per altro motivo – che non riuscirà a buttarli giù entro il primo appuntamento importante della stagione successiva.
Ogni volta che l’atleta supererà il livello di guardia prestabilito – o forse in questo caso è meglio dire il “peso di guardia” – la sua motivazione proattiva lo spingerà a fare una sessione di indoor training, la quale ricordiamo che pur essendo in inverno e lontano dalle gare non dovrà comunque essere improvvisata, ma dovrà invece seguire delle elementari regole di base che ogni preparatore sa illustrare correttamente.
Ostacoli
– Le spinte motivazionali viste finora servono a superare la cosiddetta mancanza di volontà, mancanza di voglia. Servono a trovare il giusto stimolo ad allenarsi. Tuttavia talvolta le spinte motivazionali possono non essere sufficienti, specialmente quando tra l’idea di allenarsi indoor e la sua realizzazione ci sono degli ostacoli.
Questi possono essere di tipo organizzativo, pratico o sociale. Gli ostacoli organizzativi sono legati alla difficoltà di avere a disposizione un’adeguata piattaforma da allenamento, magari perché l’atleta si trova fuori dalla propria abitazione, in albergo o ospite da amici.
Gli ostacoli pratici riguardano difficoltà oggettive, come ad esempio le difficoltà economiche per l’acquisto di una piattaforma da allenamento.
Gli ostacoli sociali sono legati alla difficoltà di avere dei compagni con i quali confrontarsi e condividere le proprie esperienze, magari perché in una certa area geografica quasi tutti si dedicano ad un’attività sportiva di altro genere e pertanto il soggetto tende a sentirsi isolato, privo di un gruppo di appartenenza.
In tutti questi casi è importante fare in modo che gli ostacoli non impediscano lo svolgimento di un allenamento indoor.
Esistono oggigiorno diverse soluzioni per superare gli ostacoli che abbiamo visto: piattaforme da allenamento leggere, pieghevole e trasportabili, la possibilità di noleggiarle anziché impegnarsi con l’acquisto, la possibilità di condividere online l’allenamento con un compagno che si trova a chilometri di distanza. Anche in questi casi è lo sviluppo tecnologico ed informatico a proporre una serie di soluzioni per potersi efficacemente allenare indoor.
Per certi versi e per certi atleti questo tipo di allenamento diventerà parte integrante del proprio programma. Una volta superata una iniziale resistenza psicologica ed aver compreso ed interiorizzato i benefici dell’allenamento indoor, non ci sarà più bisogno di darsi delle spinte motivazionali perché esso diventerà un’attività spontanea ed irrinunciabile.